La corsa ed il caldo estivo: come affrontarlo?

Sapevate che il corpo umano riesce a tollerare le alte temperature di più rispetto a molti altri animali?
 
In un articolo pubblicato su Comprehensive Physiology, Daniel Lieberman legò questa capacità di adattamento al fatto che i nostri antenati si sono evoluti per procurarsi il cibo nella savana africana nelle ore più calde.
Questo perchè, così facendo, erano meno soggetti all’attacco di predatori che, a differenza dei nostri antenati, preferivano aspettare che la temperatura si abbassasse prima di andare a caccia.
Come sai, d’estate, le temperature possono aumentare davvero tanto e questo mette alla prova il nostro corpo.
 
Visto che non siamo più abituati a correre sotto il sole cocente come si faceva un tempo, è importante gestire il binomio caldo-running, per non incappare in spiacevoli situazioni di malessere dovute alle alte temperature.
 
Vediamo di seguito come va affrontata la corsa d’estate.
 
Correre con 26-31°C
 
Quando ci alleniamo a temperature così elevate, iniziamo a sudare in modo "non positivo".
Ovvero il sudore smette di trasformarsi in calore disperso e diventa semplicemente acqua persa.
 
In queste condizioni, durante l'allenamento, il sudore non evapora abbastanza velocemente da riuscire a smaltire il calore generato e dunque raffreddare il corpo.
 
L’unica alternativa è quindi rallentare.
 
Riuscire ad acclimatarsi, ossia far abituare il proprio corpo, in determinate condizioni per correre al meglio possibile, richiede metodo.
 
I grandi atleti per affrontare le gare in condizioni climatiche particolari, effettuano infatti giorni di allenamento per abituarsi a particolari condizioni di gara (che sia di caldo o di freddo estremo).
 
Correre con 32°C e superiori
 
Per fare un esempio di quanto indicato sopra, Kara Goucher essendo a conoscenza delle estati calde ed umide giapponesi, dovette preparare il suo corpo in anticipo per affrontare la gara dei 10000 metri ai mondiali in Giappone del 2007.
 
Cosa fece esattamente?
Si allenò a correre in pista con calzamaglia e maniche lunghe, e affrontò gli allenamenti più leggeri con abbigliamento “da sauna”, ossia giacca e pantaloni lunghi.
E questo fu complice nel farle ottenne la medaglia d’oro!
 
La Goucher consigliò che per affrontare bene una gara in condizioni afose (oltre che per sopravvivere), bisogna:
bere, allenarsi a tali condizioni climatiche ed arrivare nel luogo della competizione qualche giorno prima”.
 
In linea generale, i grandi atleti affrontano le gare idratandosi al meglio e preparandosi ad affrontare tutto ciò che può ostacolare la prestazione, sia che si tratti di monitorare il ritmo che di cambiare abbigliamento. 
 
Loro possono adottare tali strategie e metodi perchè sono dei professionisti e sono ben seguiti sotto tutti i punti di vista.
 
Noi, non potremmo ovviamente seguire tali metodi, rischieremmo dei malesseri!
 
Possiamo invece affrontare il binomio caldo-running, andando a correre nelle ore più fresche della giornata, quindi la mattina presto o la sera tardi/notte.
 
Inoltre, è importante capire se le modifiche che facciamo stanno complicando l'allenamento inutilmente, senza portarci benefici reali, o quanto possiamo "tirare la corda" senza rischiare che si spezzi.